Comunicato stampa: nuova astensione degli avvocati penalisti: sì alla riforma dell’ordinamento penitenziario

L’Osservatorio carcere e magistrato di sorveglianza della Camera penale di Modena auspica che le forze politiche si adoperino efficacemente affinché il provvedimento sulla riforma dell’ordinamento penitenziario sia assegnato alle Commissioni speciali di Camera e Senato.
La riforma dell’ordinamento penitenziario costituisce un atto di civiltà che non può essere vanificato da mere diatribe politiche che fanno leva sul dilagante populismo che cavalca l’onda dell’insicurezza sociale.
La riforma dell’ordinamento non può essere definita come una legge “svuota carceri” o, peggio, “salva ladri”: i decreti sono il frutto del lavoro di illustri giuristi che ad essa, a partire dall’istituzione, nel 2015, degli Stati Generali sull’esecuzione penale, hanno dedicato tempo e risorse; dev’essere, inoltre, evidenziato che la riforma dell’ordinamento penitenziario è stata sollecitata anche dalle istituzioni europee e, quindi, affossarla costituirebbe un atto politico irresponsabile.
Tale riforma costituisce un primo passo verso l’attuazione dell’art. 27 della nostra Costituzione; la pena per essere effettiva dev’essere anche essenzialmente rieducativa, mirare al reinserimento sociale del condannato e, di conseguenza, se tale principio venisse disatteso ne conseguirebbe un grave pregiudizio per la società.
Il detenuto è una persona e, in quanto tale, titolare di diritti inviolabili; è, quindi, un preciso dovere delle istituzioni impedire che i detenuti subiscano trattamenti disumani
e degradanti vivendo la detenzione in situazioni di sovraffollamento, nell’ozio più completo e senza poter svolgere attività lavorative, rieducative e risocializzanti.
La riforma prevede, peraltro, l’eliminazione di automatismi ostativi all’applicazione delle misure alternative alla detenzione, ponendo il detenuto al centro del percorso risocializzante e valorizzando al contempo il ruolo del magistrato di sorveglianza, nonché, inoltre, ha per oggetto obiettivi altrettanto importanti quali la tutela della salute, la socialità, la disciplina interna, i rapporti con la famiglia e l’isolamento.
Va fermamente ribadito, contrariamente a quanto sostenuto da più parti, che più misure alternative alla detenzione comportano più sicurezza per il cittadino e non il contrario!
Le misure alternative alla detenzione costituiscono, infatti, un percorso articolato attraverso il quale il condannato espia la propria pena, restando sottoposto ad una serie di prescrizioni e obblighi e, contrariamente a quanto ritenuto dai non addetti ai lavori, non costituisce mera rimessione in libertà ma permette al condannato un reinserimento graduale nel contesto sociale.
Infatti, costituisce dato statisticamente provato che un più ampio ricorso alle misure alternative alla detenzione garantisce la società dal pericolo di ricaduta nel delitto.
Dev’essere, inoltre, ricordato che anche nella realtà modenese si registrano problematiche di sovraffollamento carcerario: alla data del 31 marzo 2018 il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha registrato 462 presenze a fronte di una capienza regolamentare di 369 posti.
Ormai è prossima la scadenza della legge delega, ragion per cui l’osservatorio della Camera Penale di Modena chiede con grande determinazione che i decreti inviati dal Governo al Parlamento siano posti con urgenza all’esame delle Commissioni speciali e che l’iter legislativo si conclusa prima della scadenza del termine di legge.
L’Osservatorio, con questa prima giornata di astensione, intende, non solo sollecitare ulteriormente le forze politiche affinché la riforma dell’ordinamento penitenziario sia approvata, ma anche sensibilizzare la cittadinanza in ordine all’effettiva positiva portata della riforma.
A tal fine il 2 maggio 2018 dalle 10 alle 13 la Camera Penale di Modena sarà presente in piazza Mazzini a Modena, unitamente ai rappresentanti delle associazioni locali di volontari che si occupano della realtà carceraria.
Modena, li 30 aprile 2018
Osservatorio carcere e magistrato di sorveglianza della Camera Penale di Modena Carl’Alberto Perroux

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