Gli avvocati penalisti auspicano con forza l’istituzione anche a Modena della figura del Garante delle persone private della libertà personale.
E’ sotto gli occhi di tutti la situazione delle case circondariali e degli altri istituti di pena nel nostro paese, troppo spesso dimenticate da larga parte della cittadinanza e della politica, come dimostrato dalle condizioni degradanti nelle quali vivono troppi detenuti e internati e operano troppo pochi agenti della Polizia Penitenziaria insieme ad un numero insufficiente di educatori.
D’altra parte la mancata riforma dell’Ordinamento Penitenziario, troppo a lungo rinviata e non più rinviabile, ha mantenuto in piedi un sistema carcerocentrico che è inadeguato alla realizzazione del principio costituzionale della finalità rieducativa della pena.
L’emergenza sanitaria, in uno con le rivolte nelle carceri della primavera 2020 e i gravi fatti accaduti a Santa Maria Capua Vetere, devono riporre al centro del dibattito l’esigenza di riavviare percorsi di diffusione di una cultura garantista nei confronti delle persone ristrette e di istituire per la prima volta anche a Modena una figura che possa monitorare lo stato degli Istituti presenti sul nostro territorio (Casa Circondariale di Modena e Casa di reclusione di Castelfranco Emilia) stimolando i necessari interventi migliorativi attraverso il dialogo con le Istituzioni e con l’Avvocatura, la Magistratura di sorveglianza e tutti gli altri operatori penitenziari.
Già molte altre realtà in Emilia-Romagna hanno istituito la figura del Garante Territoriale delle persone private della libertà personale: dal Garante Regionale fino ai Garanti comunali già istituiti a Bologna, Ferrara, Parma, Piacenza e Rimini con importanti compiti di ascolto e controllo.
Auspichiamo pertanto che anche le forze politiche modenesi si facciano carico di questa esigenza, istituendo finalmente questa importante figura anche nei Comuni di Modena e di Castelfranco Emilia: si tratta di una battaglia di civiltà che risponde a una necessità da tutti avvertita, sulla quale speriamo che i partiti sapranno trovare la necessaria unità d’intenti per dare risposte concrete a una fascia di soggetti deboli che merita tutela.
Il Consiglio direttivo della Camera Penale di Modena Carl’Alberto Perroux