COMUNICATO STAMPA
I PENALISTI MODENESI SULLE DIMISSIONI DI MONSIGNOR FRANCESCO CAVINA E SUGLI EFFETTI DISTORSIVI DELLA PUBBLICAZIONE DI ATTI DI INDAGINE COPERTI DA SEGRETO INVESTIGATIVO.
Abbiamo letto con rammarico delle dimissioni annunciate dal Vescovo di Carpi Monsignor Francesco Cavina e – pur non volendo, ovviamente, entrare nel merito di decisioni sue personali e proprie delle istituzioni ecclesiali – riteniamo opportuno osservare come ancora una volta la pubblicazione di atti giudiziari coperti, in teoria, dal segreto investigativo abbia dispiegato effetti distorsivi e fortemente lesivi della dignità delle persone.
Monsignor Cavina, con un atto di coraggio, ha annunciato le proprie dimissioni evidenziando di essere stato oggetto di indebite violazioni istruttorie, lamentando come una “intera indagine si è contraddistinta per una diffusione mediatica, in tempo reale, di parte dell’attività degli inquirenti, anche quando si versava in pieno segreto istruttorio. Si è arrivati a pubblicare anche il contenuto di telefonate legate al mio ministero sacerdotale ed episcopale”.
Il riferimento è al profluvio di pubblicazioni di stralci di atti polizia giudiziaria e di conversazioni, nella maggior parte dei casi attinenti fatti irrilevanti a fini investigativi, apparse su organi di informazione locale e nazionale e riguardanti una indagine in corso su fatti avvenuti nel Comune di Carpi.
Monsignor Cavina, la cui posizione a quanto consta era stata prontamente archiviata dalla Autorità Giudiziaria per insussistenza del fatto, aveva dovuto essere sottoposto a quella che lui stesso definisce una vera e propria “gogna mediatica” anche dopo la archiviazione.
Sono dunque sotto gli occhi di tutti i gravi effetti della violazione del segreto istruttorio essendo stati oggetto di pubblicazione sui mezzi di informazione, atti relativi a fatti del tutto irrilevanti a fini istruttori con una evidente lesione dei diritti del Vescovo e, anche, dei fedeli che confidavano nel segreto delle conversazioni con il proprio riferimento religioso.
Ciò che davvero stupisce è che, ancora una volta, vi siano state violazioni del segreto istruttorio e che, ancora una volta, queste fughe di notizie abbiano coinvolto persone estranee alle indagini e che, comunque, abbiano riguardato atti investigativi che per loro natura avrebbero dovuto rimanere segreti anche e soprattutto a garanzia della presunzione di innocenza dovuta a tutti i soggetti coinvolti in tale fase procedimentale.
Da molto tempo gli avvocati penalisti denunciano la gravità di simili propalazioni, che incidono fortemente sulla vita dei diretti interessati, distorcendone l’immagine e determinando convinzioni che spesso si rivelano errate nella opinione pubblica.
Ancor peggio, si corre quotidianamente il rischio che le indagini possano essere adoperate per colpire persone in vista e che la stampa possa, anche inconsapevolmente, diventare il veicolo di simili aggressioni.
Il rischio è che le dimissioni di Monsignor Francesco Cavina rappresentino il frutto avvelenato della scarsa vigilanza sul mantenimento del segreto sugli atti di indagine e, proprio in tale ottica, ci auguriamo che l’autorità giudiziaria possa individuare i responsabili di tali gravi violazioni.
L’Osservatorio sulla informazione giudiziaria
della Camera Penale di Modena Carl’Alberto Perroux