30/11/2017 | Più braccialetti, meno carcere

Si è conclusa positivamente l’iniziativa “Più braccialetti, meno carcere”, nel corso della quale sono stati distribuiti circa 300 braccialetti arancioni davanti al palazzo di Giustizia, alla Procura della Repubblica ed all’Ufficio di Sorveglianza di Modena.
L’Unione Camere Penali Italiane, con il suo Osservatorio Carcere, e la Camera Penale di Modena Carl’Alberto Perroux, denunciano la parziale e minima applicazione del braccialetto elettronico per il controllo a distanza dei detenuti agli arresti domiciliari.

 

 

La richiesta di braccialetti elettronici per i soggetti sottoposti al regime cautelare degli arresti domiciliari e che versano in stato di detenzione domiciliare ha ormai superato, da tempo, la disponibilità dei dispositivi.
Per tale ragione alcuni detenuti e ristretti restano in carcere pur potendo usufruire di tale modalità esecutiva disposta dalla Magistratura.
Nonostante sia stato aggiudicato il bando di gara per la produzione dei braccialetti elettronici non vi sono notizie precise in ordine alla quantità, qualità e ai tempi di utilizzabilità.
La manifestazione ha il fine di denunciare su tutto il territorio la scarsa disponibilità dei braccialetti e la conseguente disapplicazione dell’art. 275 bis cpp e dell’art. 58 quinquies dell’Ordinamento Penitenziario nonché di chiedere conto al Governo di tale ritardo.
In particolare, nel circondario di Modena, si sta rivivendo una grave situazione di sovraffollamento: al 31.10.2017 presso la Casa Circondariale a fronte di una capienza regolamentare di 369 posti erano presenti 489 detenuti.
La maggiore disponibilità di braccialetti elettronici certamente contribuirebbe al mutamento di tale situazione che ad oggi già risulta gravosa anche a causa dell’assenza di uno dei due magistrati che compongono l’organico dell’Ufficio di Sorveglianza.
Tale carenza indubbiamente comporta ritardi ormai non più accettabili nell’evasione delle richieste, fra le quali quelle inerenti l’applicazione di misure alternative alla detenzione, che provengono dai detenuti e dagli internati presenti nel nostro distretto.

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