Sdegno e preoccupazione per la morte di Ebru Timtik

L’Avvocato Ebru Timtik è morta ieri in Turchia, dopo una strenua e coraggiosissima battaglia per l’affermazione dei principi del giusto processo e per la difesa dei diritti di garanzia.
 
Ebru Timtik aveva portato avanti uno sciopero della fame, durato ben 238 giorni, perché voleva un processo equo, dopo una condanna a 13 anni e 6 mesi di reclusione per “terrorismo”, cui era stata sottoposta, a seguito di un processo celebrato senza alcun rispetto delle garanzie difensive.
 
Solo un mese fa, un tribunale di Istanbul aveva rifiutato di scarcerare la donna, nonostante i medici avessero stabilito che il suo stato di salute non le permetteva più di restare in carcere. Analoga richiesta era stata depositata anche ad agosto presso la Corte costituzionale, senza successo.
 
Invece di essere scarcerati, Timtik e il collega Unsal erano stati trasferiti in due diversi ospedali a luglio.
Questa notizia desta sdegno e grande preoccupazione per le condizioni degli Avvocati che esercitano il proprio ruolo in Turchia, dovendo quotidianamente confrontarsi con gravissime violazioni dei diritti di difesa e di elementari diritti propri dei paesi democratici e dell’Unione Europea con la quale, proprio di recente, il Governo Erdogan aveva da poco “riallacciato i fili” per dare impulso al processo di adesione.
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